Augusto De Castro “Senza formazione non c’è progettualità”
Augusto De Castro “Senza formazione non c’è progettualità”

Augusto De Castro “Senza formazione non c’è progettualità”

Progetti concreti per formare le aziende attraverso il modello della learning factory. È il modello con cui MADE, il Competence Center per l’Industria 4.0, a dicembre ha avviato ufficialmente il suo spazio fisico a Milano. Una vera e propria fabbrica didattica di 2500 mq dove le imprese potranno sperimentare le diverse soluzioni tecnologiche con l’uso di impianti reali. Ne abbiamo parlato in un’intervista con Augusto De Castro, dal 2020 Direttore Generale MADE Competence Center.

Il MADE diventa (anche) uno spazio fisico dove raccontare e sperimentare le opportunità dell’Industria 4.0. Qual è il bilancio del lavoro svolto finora, e quali le iniziative previste nei prossimi mesi?

Come ha detto lei in realtà è stato presentato ufficialmente alla stampa il 10 dicembre, anche per ufficializzare la nostra apertura, e che siamo al lavoro per le aziende. Faccio solo una piccola premessa: la missione di MADE è offrire alle piccole e medie imprese l'opportunità di capire e implementare tutti gli aspetti della digitalizzazione per aziende di produzione, ormai un must. Le aziende dovrebbero adottare il digitale per rimanere competitive, con investimenti ormai non più rimandabili per rimanere sul mercato e avere una sostenibilità economica e finanziaria. Questo è MADE.

In realtà avremmo immaginato di fare un’inaugurazione formale l’11 gennaio, a 2 anni dalla costituzione, ma visti i tempi l'inaugurazione fisica non siamo riusciti a farla, e continuiamo a lavorare. Cosa è stato fatto? Parlerei di tre temi. Il primo è proprio l'aspetto fisico. È un cantiere in continua evoluzione, stiamo completando i nostri 2500 metri quadri con le 6 aree di competenza e i 20 dimostratori. Insieme all'asse portante, il valore di MADE sono i 48 partner fra le 4 università lombarde, Politecnico, Brescia, Bergamo e Pavia, INAIL come ente pubblico, e tutte le altre aziende private che si dividono fra produttori di tecnologie, consulenti, System integrator e così via.

Le 6 aree di competenza coprono tutto il ciclo di vita di un prodotto, dalla progettazione fino alla sua finalizzazione. Questo è quello che è stato fatto, ed è disponibile e utilizzabile qui nelle varie forme di cui poi magari parleremo. Sono state poi svolte tante attività di orientamento e formazione. In realtà la costruzione fisica del competence center ha avuto rallentamenti anche dovuti al tema Covid, che ha impattato un po' tutti, quindi anche le imprese che lavoravano per noi, la fornitura dei materiali, e così via. Nel frattempo però abbiamo deciso di non stare fermi.

interno-1-decastroAbbiamo fino a oggi svolto oltre 70 tra webinar, seminari, conferenze. Sia diretti, quindi branded MADE, sia in collaborazione con le associazioni di categoria. Confindustrie locali, le associazioni di settore di Confindustria, Confcommercio, Confartigianato con CNA e così via. Questo ci ha permesso di entrare in contatto con circa 4.000 partecipanti di 2000 aziende o entità che vanno ovviamente dall'azienda come il singolo professionista fino ad aziende più complesse, su tutti i temi di cui noi ci occupiamo. Questa è la prima cosa che tenevo a mettere in evidenza, che poi è conforme alla nostra missione, spiegare alle aziende i benefici della digitalizzazione.

Il terzo aspetto riguarda la parte progettuale. Non solo spieghiamo cosa possono fare le aziende per diventare più moderne, più digitali, ma le aiutiamo anche nei progetti. Lo abbiamo fatto in due modi: il primo come ricaduta di quei contatti di webinar di cui parlavo prima. Abbiamo avuto molte richieste di interesse, alcune delle quali le stiamo sposando in ipotesi progettuali o addirittura in reali progetti in con cui collaboriamo con le aziende. Come missione abbiamo fatto anche un bando per finanziare progetti attinenti alle tematiche di cui ci occupiamo, come l’industria 4.0 in ambienti di produzione, ed è stato un successo.

È stato lanciato l'anno scorso e hanno partecipato 70 aziende, abbiamo avuto richieste per oltre 20 milioni in progetti. Ne abbiamo selezionati 19 per un valore di circa 3 milioni, con progetti finanziati per un milione e quattro, secondo le regole stabilite dal Mise. In alcuni di questi MADE ha avuto un ruolo importante, non solo facendo da ente finanziatore o da selezionatore di idee, ma partecipando attivamente a questi progetti. Alcuni di questi sono il primo pezzo che ogni azienda dovrebbe svolgere, l’assessment tecnologico, per poi definire una strategia di evoluzione industria 4.0.

È importante che le aziende di ogni dimensione abbiano un termometro della propria digitalizzazione e decidano come migliorarsi sia nei processi che nelle tecnologie utilizzando non sono le competenze che possono avere in MADE ma anche un altro servizio come quello della Finanza agevolata o nel finanziamento dei progetti. Questi sono i tre rami del passato, parliamo del futuro anche se le traiettorie sono le stesse. Stiamo consolidando tutta la componente di orientamento e formazione creando dei cataloghi strutturati che permetteranno di creare dei percorsi formativi per le persone. Oggi uno dei temi fondamentali è quello della cultura. Fare in modo che ci sia la capacità di comprendere i benefici ma soprattutto poi di attuarli. Per questo stiamo insieme alle aziende nostre partner, ma stiamo attivando anche con le associazioni di categoria delle partnership per mettere a terra le potenzialità del sistema industriale italiano, per trasformarsi e continuare a evolvere e sopravvivere.

Poi l'altro asse portante è quello di sfruttare sempre più il competence center da due punti di vista. Come dicevo prima, con visite sempre più strutturate. Siamo in grado di organizzare eventi al nostro interno con la possibilità di ospitare e realizzare progetti utilizzando tutte le infrastrutture del competence center, progettate per fare formazione on site. Abbiamo lanciato questo concetto della teaching/learning factory. L'altra parte importante è quindi la progettualità. È in procinto di uscire un nuovo bando per il finanziamento di progettualità con un'altra iniezione di denaro per le aziende più o meno equivalenti a quelle del primo bando, e ci auguriamo che funga da acceleratore per quelle aziende che in questo momento hanno le idee, ma hanno difficoltà finanziarie per poterle implementare.

Sulla parte progettuale abbiamo anche partecipato al bando del MISE e siamo stati selezionati insieme a tutti gli altri competence Center per il bando europeo dello European Digital Innovation Hub, che potrà fare da volano e da collegamento internazionale per le attività di MADE. Sul Centro stiamo progettando nel 2021/22 un percorso biennale per rafforzare ulteriormente la piattaforma, perché quello di cui ci stiamo accorgendo, e lo lo vedono anche i clienti, è che si può espandere l'area dei dimostratori sfruttando magari anche quelle che noi abbiamo chiamato infrastrutture di supporto, abilitanti per l'evoluzione digitale delle aziende. Mi riferisco in particolare al Cloud ibrido e al 5G. Sono tecnologie che applicate al mondo della produzione delle aziende di produzione possono fornire un boost alla digitalizzazione.

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Ci può raccontare in cosa consiste l’approccio learning factory e come aiuterà le imprese nel processo di trasformazione digitale?

Il tema della learning factory è una metodologia per formare diversi livelli all'interno delle aziende, che siano i manager o i proprietari delle PMI, o gli operatori che lavorano sugli impianti. L'idea è quella di far toccare con mano in un'aula che in realtà è un impianto digitale manifatturiero non simulato, perché è reale, ma dimostrativo in tutto quello che possono realizzare nelle proprie realtà. Chiunque può in qualche modo toccare le realtà di produzione guardando quello che è stato fatto da noi, partendo dalla progettazione e dalla realtà virtuale, vedendo il prodotto prima che sia stato fisicamente realizzato. Ad esempio, trasferire le informazioni ad un impianto di manifattura additiva in 3D sia in metallo che polimerica, per poi realizzarlo e vederne il risultato. Fare tutto il post-processing del finishing del prodotto, e magari rivedere all'interno di un tomografo tridimensionale, entrare in ciò che è stato prodotto è vederne eventuali difetti, malformazioni o altre cose.

Tutto senza quasi senza toccare il prodotto, lavorando sul computer, impostare una linea di produzione creando un gemello digitale e provare con il concetto di produzione Lean, la produzione assistita da robot, il concetto di collaborative robotics, l'assistenza all’essere umano attraverso strumenti di wearable che ne potenziano e ne proteggono in sicurezza l'operatività. Tutto questo lo possono sperimentare, estraendo dati da macchine utensili da impianti di produzione, elaborarli attraverso cruscotti per capire che cosa sta succedendo. Questo è il concetto di learning factory dove si emulano scenari reali impegnando dei concetti, e dovrebbe permettere di comprendere al di là della teoria che cosa può succedere nei propri ambienti lavorativi. Una modalità per anticipare il Change Management e convincere e fare in modo che il personale a qualunque livello (Blue Collar, White Collar) comprenda e addirittura stimoli all'interno della propria azienda l’adozione del digitale perché ne intravedono prima di tutti gli altri benefici perché conoscono il proprio ambiente quindi sperimentando qui da noi vedono che cosa si può applicare realmente da loro e quindi diventano gli agenti del cambiamento digitale.

Dai dati Istat del 2020 apprendiamo che uno dei fattori su cui la digital transformation è più debole nel nostro paese è proprio quello legato al change management e alla formazione. Quali saranno secondo lei, da questo punto di vista, i fattori decisivi per un miglioramento delle aziende italiane?

Come ha detto il sistema di competence center di cui anche MADE fa parte è stato proprio pensato in questa logica. Senza la formazione non c'è la progettualità. Non c'è il trasferimento tecnologico, non c'è l'evoluzione digitale delle aziende. Quindi il tema è stato affrontato e capito a livello di sistema. Adesso sta alle aziende cogliere questa opportunità.
Esistono strumenti importantissimi che finanziano anche la formazione. Abbiamo visto che nel nuovo piano transizione 4.0 sono dedicate risorse anche all'aspetto della formazione, non solo del trasferimento tecnologico. Il sistema di supporto al Paese ha compreso che c'è necessità da parte delle aziende di compiere la trasformazione digitale anche delle competenze. In questo MADE si pone come piattaforma integratore delle delle competenze e su quello continueremo a investire e diventa un fattore importantissimo per le aziende per sopravvivere.

Senza le competenze non ci sono investimenti che tengano. Posso investire dei macchinari più interessanti ma se non ho la cultura di comprendere come estrarre informazioni, come posso accelerare i miei processi, come posso diventare più produttivo e più preciso, performante ed efficiente nel prodotto che come azienda devo fornire ai miei clienti? L'equazione non si regge.
È come comprare una macchina col cambio automatico e non saperlo usare.
Per fare un esempio, per una macchina di Formula 1 i piloti passano le giornate e gran parte del loro tempo a impararne il complesso funzionamento di oggetti attraverso simulatori e test. Oggi la tecnologia c'è, per adottarla bisogna fare l'investimento non solo sulla tecnologia stessa ma sulle competenze delle persone. È inevitabile, ed è cieco non vederlo.
Poi possiamo parlare del fatto che abbiamo un gap che viene forse dalla formazione, dalle scuole, ma questo non è vero. Perché le aziende dovrebbero spingere sempre più tutti quegli strumenti informativi che oggi esistono. Ovviamente i principi sono le università ma se andiamo sugli ITS esistono le competenze, si possono formare e perfezionare in strumenti come i competence center come MADE, per poi arrivare a fare un trasferimento tecnologico in digitale molto più efficace.

 

Augusto De Castro

foto-de-castro-small-2In IBM dal 1983 da ricercatore a Vice President si è occupato di system integration e servizi di outsourcing in vari settori di industria. Dal 2012 ha svolto una attività imprenditoriale, creando una startup per servizi informatici. Dal 2017 in FNM, holding della mobilità lombarda, con responsabilità su IT, HR, Acquisti. Dal 2018 Consigliere Delegato di E-Vai car-sharing elettrico. Dal 2020 Direttore Generale MADE Competence Center Industria 4.0.

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