CIM 4.0 di Torino. Intervista a Enrico Pisino
CIM 4.0 di Torino. Intervista a Enrico Pisino

CIM 4.0 di Torino. Intervista a Enrico Pisino

Continua il nostro viaggio nei competence center, poli di eccellenza nati per accompagnare lo sviluppo e l’implementazione delle tecnologie dell’industria 4.0 nelle aziende italiane, realizzando attività di orientamento, formazione e progetti. Oggi facciamo tappa a Torino, dove ha sede il Competence Industry Manufacturing 4.0 (CIM4.0). Per saperne di più abbiamo intervistato il CEO Enrico Pisino.

Com’è strutturato CIM4.0 e quali sono le principali tecnologie abilitanti su cui siete attivi?

Il Competence Center di Torino, così come gli altri CC, ha una sua specializzazione. Le nostre specializzazioni sono la manifattura additiva metallica e l’applicazione delle tecnologie per sviluppare una manifattura per così dire "digitale". In sintesi, da una parte abbiamo la stampa 3D metallica, cosiddetta stampa 3D o additive manufacturing, dall’altra l’applicazione di tutte le tecnologie digitali, che vanno dall’analisi dei dati all’intelligenza artificiale, dalla realtà virtuale alla realtà aumentata, il tutto però applicato ai processi di fabbricazione. I settori su cui insistiamo non sono tutti i settori industriali, ma sono quelli che caratterizzati maggiormente per impatto sociale l’industria italiana, quindi parliamo di automotive, aerospazio, oil and gas e servizi per la manifattura.

Ci può parlare delle linee pilota e di come supportano le aziende nel testare processi e prodotti prima di portare le innovazioni sul mercato?

Le linee pilota rappresentano un po’ l’unicum dei CC rispetto a quella che può essere l’attività svolta da un centro di ricerche accademico oppure da un centro di innovazione che lavora sul cosiddetto digitale a tutto tondo. Queste linee pilota rappresentano delle vere e proprie linee di produzione, che siano linee di produzione di componenti piuttosto che di software, quindi sia di produzione hardware che di software, quindi supportiamo sia lo sviluppo dell’hardware che del software. Rappresentano degli ambienti adeguati per la maturità tecnologica e per realizzare l’ultimo miglio dello sviluppo tecnologico. Quello che ci viene chiesto non è sviluppare nuove tecnologie, ma applicare le nuove tecnologie su casi d’uso reali, e renderli maturi e pronti per il mercato. Faccio riferimento ad esempio alla linea pilota della stampa 3D metallica, all’interno di questa linea siamo in grado di sviluppare i processi produttivi, produrre i primi lotti per validare sia il processo che il prodotto stesso. Quindi sostanzialmente grazie a questi investimenti supportiamo quelle aziende che non si possono permettere ambienti rappresentativi della nuova tecnologia, per sostenibilità economica, quindi le piccole e medie imprese in particolare, che possono venire da noi a testare nella linea di manifattura additiva i nuovi materiali, le nuove tecnologie di stampa a letto di polvere piuttosto che a deposizione diretta di materiale, perché garantiamo il rispetto dell’ambiente produttivo che è necessario per questo livello di sviluppo tecnologico. Dobbiamo garantire la certificazione degli ambienti, la sicurezza degli ambienti, il rispetto delle normative. Le linee pilota sono delle piccole fabbriche messe a disposizione di quelle aziende che devono realizzare un trasferimento tecnologico o avvicinarsi a una maturità molto più prossima al mercato, a un TRL (Technology Readiness Level) cosiddetto 8/9.

Partiamo da un dato significativo, diffuso in questi giorni nel rapporto annuale dell’Istat in merito all’impatto che la crisi ha avuto sulle attività imprenditoriali: solo il 4,1% delle imprese digitalmente mature ha fatto ricorso al ridimensionamento, contro quote più che doppie di imprese nelle altre categorie. Quali sono, anche in base all’esperienza maturata in CIM 4.0, le principali direttrici su cui l’innovazione digitale delle PMI italiane è destinata a muoversi nel contesto post-pandemico?

Il tema della transizione digitale è stato un po’ esasperato dalla situazione in cui ci siamo trovati ad operare negli ultimi due anni. Il tema della digitalizzazione come strumento per avere un’azienda più flessibile, più agile, oggi si usa il termine resiliente. Lo si diceva in teoria, poi in pratica si cercavano anche dei compromessi. Il tema della pandemia, della situazione di lockdown, di limitazioni agli spostamenti, alla mobilità in generale, ha evidenziato questa caratteristica, ha messo in ginocchio le imprese che effettivamente erano rimaste più distanti dal concetto di smart factory o di digital factory, mentre quelle che erano attrezzate hanno reagito, quindi hanno accusato anch’esse il colpo, ma hanno saputo reagire all’evento, a questa discontinuità. Quindi le direttrici rimangono le stesse, è aumentata la sensibilità da parte degli imprenditori, anche delle piccole e medie imprese, alla necessità di accelerare questa transizione al digitale. Poi son venute fuori invece delle opportunità, possiamo chiamarle smart working o industrial smart working, cioè la possibilità in qualche modo di gestire anche il lavoro di fabbrica, che il lavoro di gestione dei magazzini, pensiamo ad esempio alla manutenzione o al supporto ai manutentori, che può avvenire con logiche o tecnologie digitali che garantiscono in remoto un supporto altrettanto adeguato, che si traduce anche in riduzione dei tempi, eventualmente anche riduzione dei costi. Noi abbiamo avuto aziende che sono state costrette a gestire l’after sales, il supporto a plant distanti con le nuove tecnologie, e questi signori hanno scoperto non solo il beneficio, perché nel frattempo si erano attrezzati, ma anche il vantaggio competitivo, ripeto, sia in termini di rapidità di intervento sia in termini economici.

Parliamo del laboratorio urbano CTE Next a Torino, che vede il Comune di Torino come capofila, e CIM 4.0 nel partenariato. Quale sarà il suo ambito d’azione, e quale nel dettaglio il vostro ruolo all’interno del questo progetto?

Siamo partner di questa importante iniziativa coordinata dalla Città Metropolitana di Torino, che ha avuto la capacità di farsi trovare pronta quando è stato avviato questo bando dal Ministero dello Sviluppo Economico. Ci siamo resi disponibili, benchè insieme agli altri sette Competence Center dobbiamo supportare il territorio nazionale, a supportare anche la regione che ci ospita, quindi il Piemonte. Torino in particolare, ma direi tutto il Piemonte. Ci siamo messi a disposizione della Città metropolitana per applicare queste nuove tecnologie emergenti, in particolare il 5G, alla manifattura, all’industria 4.0. Siamo, se vogliamo, i coordinatori, i responsabili di quelle applicazioni più legate alla manifattura, all’industria 4.0. Mettiamo a disposizione le nostre linee pilota, le nostre competenze, il nostro network, per sviluppare le applicazioni del 5G che portano dei vantaggi notevoli. Vantaggi a volte anche impensabili, che stiamo sviluppando insieme a partner importanti come TIM, a partner industriali come Stellantis e Leonardo. Tutto questo per contribuire ad un progetto molto più ambizioso che guarda all’impatto di queste nuove tecnologie digitali non soltanto nel mondo dell’industria ma anche nella società, nella pubblica amministrazione, per sviluppare servizi importanti anche per i cittadini.

 

pisino-bioEnrico Pisino

Laureato in Ingegneria, vanta una lunga carriera in Fiat prima e in Chrysler e FCA poi. Ha sviluppato un'esperienza ventennale tecnica e manageriale contribuendo alla digitalizzazione del processo di sviluppo prodotto di FCA ora Stellantis. Nei primi anni 2000 si è occupato in Fiat di programmi di ricerca e concept car per poi ricoprire il ruolo di direttore del dipartimento Advanced Manufacturing e Materials del Centro Ricerche Fiat. Dal 2008 al 2011, nell’ambito dello sviluppo prodotto, ha guidato la Direzione Interiors contribuendo a ridefinire una supply chain globale e coerente con ampliamento dei Brand. Dal 2011 al 2019 è stato Responsabile della Ricerca&Innovazione di Chrysler in USA prima e successivamente di FCA ricoprendo il ruolo di responsabile globale del Piano Innovazione. Dal 2016, anno in cui ha rappresentato l'industria italiana al G7 dei Trasporti a Karuizawa in Giappone, sino al 2021, Enrico Pisino è stato Presidente del Cluster Tecnologico Nazionale dei Trasporti e membro del Comitato Scientifico della Fondazione Politecnico di Milano. Dal 2015 al 2019 ha rappresentato FCA in EUCAR, l’associazione dei costruttori automotive Europei, ricoprendo il ruolo di Chairman per lo sviluppo di propulsori ecologici e sostenibili. Dal 2019 è Ceo del Competence Industry Manufacturing Center 4.0 (CIM4.0) uno dei 8 centri di competenza nazionali con sede a Torino a supporto delle imprese per la digitalizzazione industriale e il trasferimento tecnologico in linea con il piano Transizione 4.0 del Mise.

 

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