Intelligenza artificiale: un futuro sempre più personalizzabile
Intelligenza artificiale: un futuro sempre più personalizzabile

Intelligenza artificiale: un futuro sempre più personalizzabile

«Il problema fondamentale della comunicazione è riprodurre in un certo luogo […] un messaggio selezionato in un altro luogo» Claude Shannon

Genius Makers

Cade Metz, giornalista del New York Times esperto di tecnologie disruptive ha pubblicato recentemente Genius Makers, un documentato reportage sull’Intelligenza Artificiale, portandoci nelle stanze dove una nuova intelligenza artificiale straordinariamente potente è stata creata, ma di cui pochi di noi si sono accorti. Il libro racconta il feroce conflitto in atto tra gli interessi nazionali, il valore degli azionisti, la ricerca della conoscenza scientifica, e le preoccupazioni (molto umane) sulla privacy e la sicurezza.

Il libro inizia con una storia delle reti neurali, un'idea sviluppata negli anni '50 quando divenne chiaro che la pura velocità di calcolo non avrebbe mai prodotto un computer intelligente.
Una rete neurale è un sistema di ingegneria modellato sulla rete di neuroni nel cervello.
Tali sistemi possono essere "addestrati" passando segnali avanti e indietro attraverso strati multipli senza essere programmati con regole specifiche. Ampiamente sopravvalutato, il concetto ha portato a poche realizzazioni - fino al 21° secolo, quando l'enorme potenza dei computer e le scoperte degli eroi di Metz hanno prodotto risultati spettacolari. Ma quali sono oggi gli ambiti in cui viene applicata?

In ambito bio-medicale, ad esempio, è recente la notizia di un’importante progresso nella diagnosi e nel trattamento del cancro al cervello grazie all’intelligenza artificiale. I ricercatori della Macquarie University di Sydney, guidati dal neurochirurgo italiano Antonio Di Leva, l’hanno utilizzata combinandola con una tecnica di risonanza magnetica detta 2HG Magnetic Resonance Spectroscopy, per ottenere immagini estremamente dettagliate del cervello, con l'obiettivo di accelerare la diagnosi e di eliminare interventi chirurgici non necessari.

Siamo però agli inizi. I ricercatori paragonano lo stato attuale della tecnologia a quello dei telefoni cellulari degli anni '90: utili, ma rozzi e ingombranti. Il compito dell’Intelligenza Artificiale al momento è distillare modelli di apprendimento automatico più grandi e potenti in un software leggero che possa essere eseguito su the edge, cioè piccoli dispositivi come elettrodomestici da cucina o supporti indossabili.

Tecnologie sempre più personalizzabili

Le nostre interazioni con la tecnologia, in futuro, diventeranno sempre più personalizzate. I chatbot, per esempio, oggi possono sembrare goffi e realmente poco utili, ma nel futuro saranno sempre più “conversazionali”, imparando le nostre abitudini e personalità, o persino sviluppando una personalità propria. Non c’è da temere tuttavia che, come nei migliori romanzi distopici, robot superintelligenti prendono il sopravvento. Con le capacità che la scienza ha oggi in nessuna macchina esiste coscienza, autoconsapevolezza e libero arbitrio.

Ci sono modi apparentemente infiniti in cui l'intelligenza artificiale sta cominciando a toccare le nostre vite, dalla scoperta di nuovi materiali a nuovi farmaci - l'A.I. ha già giocato un ruolo nello sviluppo dei vaccini Covid-19 restringendo il campo delle possibilità di ricerca degli scienziati - alla raccolta della frutta che mangiamo e allo smistamento della spazzatura che buttiamo via.

Altro grande tema riguarda la privacy. Per apprendere modelli e prendere decisioni l’A.I. ha bisogno di dati. Si sta lavorando quindi a metodi per lavorare sui dati senza effettivamente “vederli” - il cosiddetto apprendimento collaborativo - o criptarli in modi che attualmente non possono essere violati. Ma la tecnologia non basta, servono regole certe e condivise.

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